EdenCraft: un nuovo inizio

Cubia, anno 4708

I popoli di Cubia erano in pace da millenni e le tre razze cooperavano in armonia e tranquillità. Nel tempo erano riusciti a condividere compiti e territori. I Petra, instancabili minatori e mastri forgiatori si occupavano di provvedere i materiali per gli strumenti e per la costruzione. Le loro città si sviluppavano nel sottosuolo, con una intricata rete di gallerie sapientemente collegate tra di loro. I Magaar, abili taglialegna ed esperti cacciatori, fornivano la selvaggina ed il legno per costruire e scaldarsi. Loro preferivano vivere sulle montagne, a diretto contatto con la natura che li circondava. I Zahalari, invece, vivevano nelle pianure e con la loro saggezza e diplomazia si occupavano dei raccolti e della gestione di ogni diverbio interno alla comunità. Non vi erano confini e ogni città era collegata alla capitale: Kalenda.

Tutta questa tranquillità era permessa da un antico manufatto: la Tavola di Smeraldo, che conteneva un antico patto tra le razze in un’antica lingua ormai dimenticata. Secondo la leggenda la tavola teneva alla larga una potente oscurità dal mondo, creature malvagie che cercavano solo morte e distruzione. Sebbene non ci fossero prove tangibili, la tavola era considerata sacra e per tenerla al sicuro venne costruita un’apposita cripta scavata nella roccia e sigillata da una massiccia porta in metallo.

Il Grande Cataclisma

All’improvviso si sentì un enorme boato provenire dalla cripta della Tavola di Smeraldo. La porta che la sigillava venne scaraventata in lontananza. Improvvisamente, l’Oscurità attanagliò il cielo fino a coprire il sole, gettando l’intera Cubia in una notte mai vista prima d’ora. Gli abitanti accorsero alla cripta e si accorsero che la Tavola di Smeraldo era andata in pezzi, mentre in lontananza si sentivano lamenti e si intravedevano delle ombre che emergevano dal sottosuolo, dirette verso le città. Abituati ad una vita pacifica, si accorsero del pericolo solo quando le creature vennero illuminate dalle luci della città. Quello che videro fu sconcertante: un’orda di zombie affamati, esseri deformi che squarciavano le case con le loro esplosioni e veri e propri scheletri che iniziarono a scagliare frecce su chiunque. Si scatenò il panico e le persone iniziarono a fuggire verso Kalenda.

All’epoca Kalenda non aveva mura e senza armi nessuno era capace di respingere quelle creature. Usarono tutto quello che avevano a disposizione: zappe, pale, picconi, persino le fiaccole che utilizzavano per illuminare le case; ma i nemici erano troppi e gli strumenti inefficaci. I Magaar presero in mano la situazione, utilizzando le loro asce come armi mentre i Petra erigevano delle barriere improvvisate al centro della città. I Zahalari si occuparono di mettere al sicuro i feriti ed insieme ai Petra riuscirono a costruire delle armi rudimentali. Il perimetro improvvisato riusciva a rallentare le creature, tranne dei ragni giganti che lo scavalcavano con facilità. Le ore passavano ed in prima linea c’erano sempre più feriti e sempre meno armi. Quando stavano per perdere ogni speranza arrivò l’alba e diverse creature presero fuoco e perirono. I ragni iniziarono improvvisamente a perdere interesse nei loro confronti. Rimanevano solo quelle orribili creature esplosive che, fortunatamente, non riuscivano a scavalcare le barricate.

Erano sopravvissuti, ma le città erano perse e i morti innumerevoli. Le strutture che non erano esplose venivano consumate dalle fiamme. Fu chiaro a tutti che non potevano affrontare un’altra notte in quel modo, c’era bisogno di prepararsi meglio. Ogni razza cercò quindi di recuperare quanto più possibile dalle città adiacenti, compito non facile visti i mostri che ancora vi si aggiravano. La priorità fu data a provviste e materiali per creare armi e barricate. Una volta messe insieme le risorse, Magaar e Petra iniziarono a forgiare armi ed innalzare mura mentre i Zahalari illuminavano i dintorni ed allestivano centri di soccorso.

La seconda notte fu più facile da affrontare, ma fu chiaro che non potevano farcela con le loro forze. La difesa di Kalenda e l’approvvigionamento di risorse si facevano sempre più complicati, con il passare delle ore erano sempre meno le persone in forze e senza ferite. C’era bisogno di armi più forti, un gruppo decise quindi di rompere il tabù: andare nel Nether.

La dimensione proibita

Si sapeva poco del Nether, nessuno in vita c’era mai stato e le uniche informazioni al riguardo parlavano di un luogo ostile e intriso di una potente energia. Gli Zahalari cercarono quindi nella libreria di Kalenda informazioni su come entrarvi e trovarono un libro che spiegava che per entrare nel Nether bisognava creare un portale utilizzando l’ossidiana ed attivarlo mediante una scintilla. Venne quindi costruito un grande portale tra due enormi rocce e fu attivato. Il gruppo di avventurieri in un primo momento esitò di fronte a quel portale innaturale, ma si fecero coraggio e lo attraversarono.

Improvvisamente furono pervasi da un forte senso di nausea e per un attimo persero i sensi. Quando riaprirono gli occhi si ritrovarono in una grotta tremendamente calda. Non vi erano rocce bensì un materiale più rossiccio che talvolta trasudava lava. Si resero subito conto di non essere al sicuro; in lontananza scorsero delle creature fluttuanti con un corpo raggiante, degli scheletri neri e udirono un pianto raccapricciante. Chiusero subito il passaggio al portale per non permettere alle creature di oltrepassarlo e scavarono un tunnel per mettersi al riparo e allontanarsi da quei mostri. Sbucarono in una vallata che si affacciava su un oceano di magma e pianure ricoperte da mostri mai visti prima, creature umanoidi con le sembianze animalesche che impugnavano armi d’oro e blocchi di magma animato. Trovarono anche la fonte dei pianti, un enorme fantasma che appena li vide iniziò ad urlare e a sputare sfere di fuoco esplosive. Fuggirono verso quella che sembrava una fortezza abbandonata, attraversando con difficoltà una distesa sabbia nera, all’apparenza innocua ma talmente densa e fine da far sprofondare e rallentare chiunque provasse a camminarci. Finalmente riuscirono a stabilire un campo, dal quale iniziarono ad esplorare la zona. Si resero presto conto che l’unico cibo disponibile erano dei funghi e le provviste che avevano con se, l’acqua iniziava a scarseggiare e avevano solo pochi giorni prima di dover ritornare su Cubia. Scavando nei dintorni trovarono dei minerali mai visti prima che richiedevano i loro picconi più resistenti per poter essere raccolti e capirono subito che erano la chiave per combattere l’oscurità. Raccolti abbastanza materiali grezzi partirono subito per il portale e lo attraversarono.

Nuovi orizzonti

Nel frattempo su Cubia la situazione si faceva disperata. Con il passare dei giorni il popolo era sempre più stremato dal continuo assedio delle creature che sembravano non finire mai. Qualche giorno dopo l’ingresso degli avventurieri nel Nether, in pieno giorno, venne avvistato un esercito di creature alate armate con spade e armature mai viste prima, diretto verso Kalenda. Se prima nella capitale regnava lo sconforto, ora erano certi che era arrivata la fine. Stremati dalla nottata precedente i guerrieri si prepararono ad affrontare la loro ultima battaglia, mentre l’esercito nemico avanzava. Proprio mentre gli arcieri si preparavano a scagliare le frecce però, le schiere alate si fermarono. Un unica creatura si avvicinò all’ingresso principale e dichiarò le sue intenzioni. Disse di dover portare un messaggio di pace al loro leader. Dopo un attimo di esitazione fu fatto entrare e venne ricevuto dal Consiglio, i tre rappresentanti delle razze.

Affermò di essere un Eloriam, popolo che per millenni ha vissuto nell’Aether, un continente lontano formato da isole volanti sospese su un vasto oceano. Su una di queste isole si trovava un potente artefatto, La gemma Zireael, che gli fece crescere delle splendide e candide ali piumate. La gemma però perse improvvisamente il suo potere e gli Eloriam persero le forze fino a non riuscire più a volare. Nello stesso momento iniziarono a comparire creature spaventose che distrussero ogni cosa e li costrinsero ad abbandonare la loro terra natia. Dopo una lunga navigazione sbarcarono su Cubia, in cerca di un metodo per riportare la loro civiltà agli antipodi.

Petra, Magaar e Zahalari si resero conto di aver trovato un potente alleato per combattere contro l’oscurità. Fecero entrare il resto degli Eloriam e spiegarono loro cosa stava succedendo su Cubia. Capirono subito che c’era un collegamento tra la gemma Zireael e la Tavola di Smeraldo, ma un dettaglio creava confusione: le creature di cui parlavano gli Eloriam non erano le stesse che avevano invaso l’Aether.

Mentre gli Eloriam si stavano ancora accampando il portale del Nether si riattivò, ma qualcosa era diverso. Sprigionava un calore immenso e ne uscivano correnti d’aria che colpivano come fruste chiunque si avvicinasse. Ne uscirono fuori delle creature con delle corna cremisi ed una lunga coda scarlatta. Tutti sguainarono le armi, pronti a difendersi. Le creature però sembrarono confuse da questa reazione, si guardarono tra di loro e sussultarono. Con aria disperata si toccavano le corna e la coda. Gli abitanti di Cubia riconobbero l’equipaggiamento che avevano con loro: erano gli avventurieri. Riposero subito le armi e riabbracciarono i loro compagni, piangendo con loro e ringraziandoli per il loro sacrificio. I Petra iniziarono subito a lavorare gli strani minerali che avevano riportato mentre gli avventurieri si riunirono e decisero di darsi un nuovo nome: Tamalath.

L’arrivo di nuovi alleati ed il ritorno degli avventurieri risollevò il morale del popolo, che ora era pronto per affrontare la notte che incombeva su di loro. Con armi ed armature nuove affrontarono le notti successive con facilità. Finalmente riuscirono a riprendere il possesso dellepiantagioni e le provviste non furono più un problema. Sembrava che il peggio fosse passato, ma si sbagliavano.

Arrivò l’ennesima notte ed i guerrieri erano già pronti sulle mura per difendere quel che rimaneva di Kalenda. Quella notte però ci fu un altro evento catastrofico: un enorme squarcio nero si aprì a poche centinaia di metri. Ai mostri che stavano già combattendo si aggiungero degli umanoidi neri molto alti che emettevano un’energia simile a quella che emise il portale del nether. Appena avvistati iniziarono a teletrasportarsi verso le mura. Alcuni iniziarono a distruggerle mentre altri si teletrasportarono all’interno e scatenarono il caos prendendo di mira chiunque li fissasse direttamente. I guerrieri dovettero dividersi per mettere i civili al sicuro ma ora la prima linea aveva di nuovo difficoltà a gestire l’enorme numero di nemici.

Dallo squarcio uscì una nuova orda di umanoidi, ma questi erano diversi, i loro lineamenti dalla distanza sembravano quelli degli Eloriam. Questo nuovo esercito iniziò a combattere i mostri mentre si dirigeva verso Kalenda, sbaragliandoli. Il loro capo urlò ai guerrieri sulle mura di farli entrare ed essendo chiaro che avevano un nemico in comune gli aprirono i cancelli. Non c’era tempo per le spiegazioni, fecero fronte comune contro l’oscurità e la combatterono fino all’alba.

I nuovi ospiti rivelarono di chiamarsi Shael, un popolo originario dell’End, una dimensione immersa nel vuoto. Raccontarono di come la loro civiltà prosperava grazie a dei cristalli che gli donavano una lunga vita e la capacità di volare. Costruivano città e si espandevano in pace, finché non sentirono un boato provenire dal cielo ed un ruggito lontano. I cristalli persero gran parte della loro energia e gli Shael capirono che si era risvegliata un’antica creatura: l’Enderdrago, il divoratore. Furono attaccati dagli esseri neri che rivelarono chiamarsi Enderman, ma riuscirono a difendersi. Si prepararono quindi per l’arrivo del drago ma senza i cristalli le loro forze continuavano ad essere prosciugate. I più longevi iniziarono a morire e le ali persero la loro tenacia. Si prepararono con spade e archi e costruirono quindi delle navi volanti che sfruttavano la poca energia che emettevano ancora i cristalli. Una di queste fu caricata di esplosivo, come ultima risorsa contro il drago. All’arrivo del drago i cristalli si risvegliarono ma non diedero energia agli Shael, iniziarono invece a curare l’Enderdrago. Combatterono per ore e ore ma il drago continuava a sbaragliarli. Decisero quindi di usare la nave bomba. L’esplosione fu devastante, ferì il drago e aprì uno squarcio nel vuoto. Sconfitti, gli Shael raccolsero il sopravvissuti e decisero di rischiare la vita attraverso lo squarcio piuttosto che lasciarsi uccidere dal drago, ritrovandosi davanti Cubia.

Una nuova era

Sono passati 6 anni ormai dal Grande Cataclisma, e la pace regna di nuovo su Cubia. Le razze hanno forgiato una nuova alleanza ed un nuovo consiglio formato da 6 membri, uno per razza. Insieme combattono contro l’oscurità e si preparano a riconquistare il mondo che gli spetta di diritto!

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